Le esportazioni russe di metalli preziosi verso la Cina sono aumentate di quasi l’80% quest’anno, mentre Mosca rafforza la sua dipendenza da Pechino a causa delle sanzioni occidentali, ha riferito lunedì Bloomberg.
Le spedizioni russe di oro, argento e altri metalli preziosi verso la Cina hanno raggiunto 1 miliardo di dollari nella prima metà del 2025, quasi il doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo i dati dell’Amministrazione doganale cinese citati da Trade Data Monitor.
La Cina è diventata uno dei principali acquirenti russi di minerali e concentrati contenenti oro e argento dopo che i mercati occidentali hanno in gran parte interrotto gli acquisti in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca.
L’aumento dei prezzi dell’oro e dell’argento, entrambi aumentati di circa il 25% nei primi sei mesi dell’anno, ha contribuito a guidare l’aumento dei valori delle esportazioni.
I crescenti rischi geopolitici, tra cui l’escalation delle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti, hanno anche alimentato la domanda globale degli investitori per l’oro come bene rifugio.
A livello interno, la domanda russa di lingotti, monete e gioielli d’oro è aumentata vertiginosamente negli ultimi anni a causa dell’inflazione elevata e delle limitate opzioni di investimento.
I consumatori russi hanno acquistato la cifra record di 75,6 tonnellate di oro nel 2024, pari a circa un quarto della produzione annuale del Paese.
La Russia produce oltre 300 tonnellate di oro all’anno, il che la rende il secondo produttore mondiale dopo la Cina.
Con i mercati occidentali in gran parte chiusi, la Cina è diventata uno dei pochi principali sbocchi rimasti per il redditizio commercio di metalli preziosi della Russia.
Anche le esportazioni di altri metalli preziosi russi, tra cui platino e palladio del gigante minerario Norilsk Nickel, sono in aumento. Bloomberg ha riferito che i prezzi di questi metalli sono aumentati rispettivamente del 38% e del 59% nella prima metà del 2025.